Relazione critica intorno all'opera "Il quadro parlante" del maestro Bacchini
’ compositori impotenti ed inutili che non è da presumere lontana un’èra di risorgimento: la povertà presente almeno, men grande in verità che non paja, se
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dentro sè forza e potenza creativa, può agevolmente scuoprire quella nota originale, tanto più desiderata quanto più rara, che gli ispiri la fiducia de
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, ordirla con qualche accortezza, speculare sulla credulità d’un povero babbèo fino al punto di fargli perdere la pazienza e quasi la testa, ci pare
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In musica però varia, a quanto ci pare, la bisogna: la fusione degli stili diversi che s’addicono al serio ed al faceto, si fa con grande difficoltà
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tramuti in menda leggerissima: la quale considerata in un certo rispetto, anzi che di biasimo, fa il giovane autore piuttosto meritevole di lode: ad ogni
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La sicurezza insieme e la spigliatezza della fattura destano immediatamente l'attenzione, udendo il Quadro Parlante: qualità che rivelano, secondo ci
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, nel quale è incastonato un parlante tra’ più delicatamente coloriti dell’opera. La romanza di Carlo muove con gentile intenzione, e termina con una
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concertato col coro è modellato sopra un crescendo che ne cresce il rilievo: durante la marcia che segue è degno di attenzione un andamento melodico
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Mirtillo è però di gran lunga superiore; superiore tanto che, se non fossero il quintetto e la scena del magnetismo, potrebbe incontrastabilmente
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significare, fungendo l’ufficio nostro di critici, che fummo incitati alla lode particolarmente da questo, dal convincimento cioè che la strada scelta dal
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libertà del commercio, che son cose materiali, non porteranno con sè l’amalgama e la fusione dell’indole e del pensiero de’ popoli, cancellandone le
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letteratura e dell’arte, da note e distintivi particolari. Compariamo a mo’d’esempio l’indole e l’ingegno dell’Alighieri, dello Shakespeare, del Goèthe, la
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procede allora ad un pratico tentativo di fusione di più scuole bene accette, le quali così riprodotte a guisa di sintesi, colmano la laguna derivata dall
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E non siamo al certo di coloro che gridano l’ostracismo agli stranieri per la semplice ragione che sono stranieri: ma siccome professiamo vivissimo
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, tanto più legittimi, tanto più veri, quanto più nazionali, perchè radicati nel sentimento popolare. E lasciamo, se ne avremo la forza, l'invalsa e
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«La musica può indirettamente e fino a un certo punto suscitare immagini ed idee; ma la sua potenza naturale e diretta non è sull’immaginazione
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compiuta oblivione di ciò che ne forma la più ricca suppellettile, quasi che sulla terra a un dato punto qualche cosa potesse fermarsi, per
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almeno, va tenuto assai conto. Questo, se ben si consideri, è pregio principalissimo, che tocca la base medesima del melodramma; perchè tolta da questo l
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Vero è che di fronte alla melodia nasce subito la questione, se quella che troviamo sparsa a piene mani in un’opera nuova, compaja del tutto
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i favori della natura, sono di compassione assai più degni che di sprezzo. Traviati, non odono più la voce del dovere: ciechi per le lodi smodate, e
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, oggi non potrà per certo rinnegare le manifestazioni ad esso anteriori, che formano la più doviziosa suppellettile dell’arte: valendosene anzi colla
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che imitarono o foggiarono la musica loro su quella degli altri, ben pochi oggi, che giudichiamo senza entusiasmi e senza passioni, ci parrebbero del
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del Davo, ed il Sardou, creando il tipo della sua Devota, non può dimenticare i caratteri generali de’ due primi; la scorza si modifica, la sostanza
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Rispetto all’arte musicale, l’ultima metà del secolo decimottavo e la prima del decimonono furono, quanto a modelli d’opere melodrammatiche, per ogni
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oltrepassare; tanto che subito dopo, a grado a grado, come se la natura, dopo una produzione sì larga e si feconda, fosse esausta d’elementi generativi
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Accademia della crusca
